Durante un viaggio in Iran (2014) ho avuto la possibilità di vedere da vicino una magnifica iscrizione persiana nota come Iscrizione di Bisotun (Behistun) eseguita all'inizio del regno di Dario I.
Questa iscrizione racconta l'epopea dell'inizio del regno del grande re persiano con la sconfitta del principe ribelle, il mago Gaumata (che si spacciava per Smerdis fratello di Cambise che era stato ucciso per ordine di Cambise stesso), e dei satrapi che lo avevano seguito.
Nell'altorilievo vediamo Dario con il braccio alzato accompagnato da due soldati (il portatore di arco, Intaphrenes e di lancia, Gobryasche): il re agisce con la protezione di Ahura Mazda, il dio dei persiani, il dio di Zarathustra cui il re attribuisce le sue vittorie.
Sotto i piedi di Dario vi è il mago Gaumata agonizzante e di fronte a Dario vi sono 9 satrapi ribelli sconfitti ed imprigionati. Per venire a capo della rivolta Dario combattè ben 19 battaglie: una di queste fu combattuta a Kurush, vicino a Bisotun e questo spiega il perchè della iscrizione e del bassorilievo in quel luogo. I satrapi ribelli sono nell'ordine: Atrina di Susa, Nidintu-Bel di Babilonia, Fravartish (Phraortes) della Media, Martiza di Susa, Citrantakhama di Sagartia, Vahayazdata  di Persia, Arakha di Babilonia, Frada di Margiana e Shrunkha, lo sciita.

L'inizio della storia è: "Così parla Darayavush (Dario), il grande re, re dei re, il re di Persia, il re dei paesi, il figlio Hystaspes, il nipote di Arsames l’achemenide …. Il padre di Arsames era Ariamnes. il padre di Ariamnes era Teispes, il padre di Teispes era Achemene……
Otto della mia dinastia furono re prima di me; io sono il nono …"

Il bassorilievo si trova scavato nella roccia a picco, a circa 70 metri di altezza dal piano stradale; ancora oggi quando si vede il manufatto ci si domanda  come hanno fatto a inciderlo.
Il testo è scritto in tre lingue: il persiano antico (5 riquadri sotto il bassorilievo), babilonese (2 riquadri a sinistra del rilievo), l'elamitico (3 riquadri a sinistra del testo persiano). In realtà il testo elamitico era scritto a destra del bassorilievo, ma fu poi cancellato per fare posto al rilievo dell'ultimo satrapo, il nono, che era stato sottomesso da Dario (Shurkha, uno sciita con il tipico cappello a punta) dopo che l'iscrizione era già stata fatta.

Ma questo bassorilievo è molto di più della storia che racconta.

Questa iscrizione è legata indissolubilmente, come la stele di Rosetta con il geroglifico, alla decifrazione delle varie lingue che erano scritte in cuneiforme e al nome dell'inglese Henry Creswicke Rawlinson (1810-1895).

Rawlinson era console inglese a Bagdad e archeologo dilettante. Nell'estate del 1836 arrivò a Bisotun e nonostante le difficoltà dell'impresa iniziò a copiare parte delle iscrizioni. Non sappiamo che cosa copiò in questo primo viaggio, ma probabilmente riuscì a copiare il testo persepolitano  .
Nel 1844 Rawlinson tornò a Bisotun accompagnato dal capitano Felix Jones e riuscì a copiare gran parte dell'iscrizione ad eccezione della parte babilonese. Con tutto questo materiale disponibile Rawlinson, insieme ad altri studiosi come il reverendo irlandese Edwars Hinks diede inizio al lavoro che portò lentamente alla decifrazione del persopolitano di cui si avevano molto iscrizioni e che risultò più semplice da interpretare essendo una lingua alfabetica. Nel 1847 Rawlinson tornò a Behistun e con l'aiuto di un cannocchiale riuscì a copiare anche l'iscrizione babilonese.
Devo qui ricordare che il cuneiforme non è una lingua ma una forma di scrittura inventata dai sumeri per scrivere la loro lingua. In seguito fu usata da altri popoli adattando questa forma di scrittura alle diverse lingue. Questo creò molti problemi perché il sumerico era una lingua sillabica di tipo agglutinante e la forma di scrittura era conforme a questo tipo di lingua. Le altre lingue erano flessive di tipo semitico o indoeuropeo (ad esclusione dell'elamitico). Si capisce quindi la difficoltà di questo adattamento e le perplessità dei primi traduttori.

La decifrazione della scrittura egizia fu opera del solo Champollion; la decifrazione della scrittura accadica e quindi babilonese fu un processo lento e laborioso che si svolse tra il 1847 e il 1857 avvelenato da polemiche e dalla rivalità tra i suoi principali artefici: Rawlinson e Hinks.
Nel maggio del 1851 Rawlinson presentò alla Royal Asiatic Society una relazione sulle iscrizioni babilonesi di Bisotun. Il lavoro, pubblicato il I gennaio 1852, può considerarsi una pietra miliare nella storia dell'assirologia anche se in esso l'autore si limita a considerare le prime 37 righe (su 112) dell'iscrizione. La decifrazione delle scritture accadiche sarà un processo graduale ma questo fu il preciso momento in cui le iscrizioni cominciarono ad essere lette con una certa facilità.

 

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