Con il termine nomo,  parola di origine greca entrata in uso in epoca tolemaica, si designano i distretti amministrativi in cui, fin dal periodo protodinastico, era diviso l'Egitto. Il nome egiziano era spAt ed era rappresentato dal geroglifico .

Ogni distretto era governato da un nomarca. Il potere di questo governatore variò nel tempo in funzione della maggiore o minore importanza dell'autorità centrale: fu grande nei periodi di decadenza (periodi intermedi), minimo nei periodi delle grandi dinastie. Ogni nomo aveva una città capoluogo, un tempio della divinità tutelare della città e un'insegna, in genere emblema della divinità locale, che veniva messa su stendardi.

Il numero dei nomi non fu sempre uguale nei 3.000 anni di storia egiziana; è comunque fissato in 20 province per il Basso Egitto e 22 per l'Alto Egitto. Anche i confini dei vari nomi variarono a secondo dei periodi. La dimensione del singolo distretto rimase comunque sempre limitata: qualche decina di chilometri a cavallo del Nilo dove la valle era stretta o delimitata tra il fiume e il deserto dove la valle era più larga.

Un elenco e una descrizione di questi nomi si trovano nella Cappella Bianca di Sesostri I (XII dinastia), ora ricostruita nel museo all'aperto di Karnak (a).
Sulla base del tempio, nella facciate Sud (Alto Egitto) e Nord (Basso Egitto), sono riportati, in una serie di formelle, i nomi delle varie province. Ogni formella è divisa in sei registri secondo lo schema indicato qui sotto (b):
 

I -  Il nome del distretto (o dell'Alto o del Basso Egitto)

II - Il nome della divinità e della capitale,

III - La superficie del nomo misurata in iteru (jtrw), khaenta (xA-(ny)-tA), arura (sTA.t) (c)

IV - La parola arura (sTA.t) (che equivale a 100 cubiti di terra o di superficie) (c)

V - La quantità che si deve togliere all'arura per avere l'arura locale

VI - Il risultato della sottrazione e quindi il valore locale della arura

Questa suddivisione è spiegata, seguendo Lacau e Chevrier,  nell'ultima colonna della facciata sud del tempio dopo la descrizione del 22esimo nomo dell'Alto Egitto.  Vediamola:
 

Nel primo registro della formella (formato in realtà da due righe) si legge: ' Dal nomo mdnt (il ventiduesimo dell'Alto Egitto) fino alla regione di Elefantina che è all'inizio dell'Alto Egitto'.

Nel secondo si vede 'Il luogo dove si trova la arura (sTA.t)'.

La superficie calcolata in 'iteru  (jtrw)' e nei suoi sottomultipli khaenta e arura è riportata nel terzo registro.

La quarta riga recita: 'Calcolo dell'arura' (questa unità di misura variava a seconda delle province).

Nel quinto registro si legge: 'Togliere dall'arura'

Nell'ultima riga troviamo: 'Il resto'

 

 

Possiamo quindi ora leggere la denominazione completa di un nomo ricordando che 1 arura (sTA.t) vale 100 cubiti di terra o di superficie (mH), 1 cubito è uguale a 7 palmi (Ssp) e un palmo a 4 dita (Dba) (d). La fotografia che esaminiamo in dettaglio si riferisce al XIII nomo dell'Alto Egitto.

XIII Distretto dell'Alto Egitto: L'albero meridionale

La divinità è Upuaut e la capitale è Assiut (non indicata nel registro)

La superficie è di 6 iteru , 6 khaenta

1 arura (sTA.t)  

Sottrarre all'arura : 2 cubiti e 4 palmi

Valore locale della arura: 97 cubiti e 3  palmi

 

Riportiamo, nelle pagine seguenti, i nomi delle varie province dell'Alto e Basso Egitto, con la divinita' protettrice e la capitale così come risultano nelle formelle della cappella bianca di Karnak con alcune osservazioni tratte da 'Une chapelle de Sesostri I' di Pierre Lacau e Henry Chevrier. Non considereremo  in questa analisi le dimensioni dei nomi in quanto spesso le formelle sono molto rovinate e quindi la lettura della superficie del distretto è a volte difficile (b).
Le fotografie delle varie formelle sono state scattate nel marzo del 2007.

 

Note:

  1. Per integrare le informazioni sui vari distretti si veda: Pierre Lacau e Henry Chevrier 'Une chapelle de Sesostris I'

  2. La spiegazione del calcolo della superficie del distretto che viene fornita in questa pagina è basata sulle ipotesi di Pierre Lacau. Questo autore ritiene che l'iteru normalmente usato come misura di lunghezza sia in questo caso utilizzato come misura di superficie. Questo perché il determinativo che accompagna il geroglifico jtrw non è il simbolo del canale, ma una superficie quadrangolare. Lacau, nel suo testo già ricordato,  non specifica però il valore che questo iteru di superficie dovrebbe avere.
    Pierre Montet nel volume 'Geographie de l'Egypte ancienne' segue la teoria di Lacau e indica il valore dell'iteru di superficie in 10,5 km*10,5 km= 110,25 kmq. Inoltre secondo questo autore il valore locale dell'arura veniva utilizzato nelle transazioni commerciali e nei rapporti con il fisco, mentre non aveva influenza nel calcolo della superficie dei distretti.
    Vi sono però anche altre ipotesi sul valore della superficie dei nomi.
    Adelheid Schlott-Schwab
    in 'Die Ausmasse äguptens nach altägyptischen Texten' suggerisce che gli iteru rappresentino la lunghezza del Nilo all'interno del singolo nomo, mentre khaenta e arura indichino la superficie di terreni rurali appartenenti o al re o a qualche divinità (tempio).
    Eric P. Uphill, in un articolo del 2005, dà una nuova lettura, molto complessa, delle misure dei nomi. Semplificando il quarto registro indica la lunghezza del Nilo all'interno del nomo misurata in iteru. La cifra seguente indica la larghezza delle terre coltivate attorno al Nilo  misurata in migliaia di cubiti. Se è presente anche l'indicazione dell'arura questa indica una superficie aggiuntiva di terre coltivate all'interno del nomo.
    Concludendo l'interpretazione delle misure della superficie dei nomi è, per quanto a mia conoscenza. ancora dubbia. Le varie spiegazioni che ho trovate sono tutte plausibili, ma non sembrano dare tutte le risposte necessarie ad interpretare correttamente i testi.

  3. L'arura equivale a 100 cubiti di terra o cubiti-superficie. E' una misura di superficie pari a 10.000 cubiti quadrati (0,273 ha). Deve però essere pensata come 100 strisce di terra che misurano ciascuna 1*100 cubiti piuttosto che formate da 100 quadrati di lato 1 cubito. Ricordo anche che 1 cubito è pari a 0,523 m.
    L'iteru equivale a 20.000 cubiti, il khaenta è pari a 10 arure.
    iteru
      (jtrw); khaenta (xA-(ny)-tA); arura: (sTA.t)
    cubito: (mH); palmo: (Ssp); dita: (Dba)

  4. Per maggiori dettagli sulle unità di misura consultare: Corso di Egiziano Geroglifico di Grandet-Mathieu ed. Italiana pag. 289-292.
     

     

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