Naga, località  in Sudan  a sud-ovest di Meroe, l'antica capitale del regno meroitico, si trova, tra altri edifici sacri (tempio di Apedemak, tempio F), il tempio di Amon.
La costruzione di questo edificio risale al I secolo d.C. al tempo del re Natakamani e della regina Amanitore, gli ultimi grandi sovrani del periodo meroitico.
Se il tempio di Apedemak è in stile meroitico,  il tempio di Amon  è in stile egiziano. Si giunge ad esso attraverso una rampa alla cui sommità c’è una serie di sei sfinge-ariete, un chiosco (noto come tempio C di Lepsius) e poi altre sei sfingi-ariete tutte anepigrafe (fotografia 1).

 

Il tempio di Amon (foto 1)


La sala più interna del tempio, il naos, si raggiunge dopo avere attraversato tre successivi ingressi, tre successivi piloni.
Piloni e  colonne portano iscrizioni in meroitico e questo limita la comprensione del tempio.
Nella immagine seguente (foto 2) vediamo il primo pilone. Osserviamo in particolare l’architrave e i due pilastri.
 

Particolare I Pilone (foto 2)


Sull’architrave abbiamo, a destra e sinistra, due scene simili divise da due scritte in meroitico: re, regina e principe offrono un vaso di libagioni ad Amon seduto sul trono (viso umano a sinistra e viso di ariete a destra). A sinistra re e regina indossano la corona bianca dell’alto Egitto, mentre a destra quella rossa del basso Egitto.
Se osserviamo il pilastro di sinistra vediamo sulla parte superiore Amon che abbraccia il re Natakamani, mentre in quello di destra Amon abbraccia la regina Amanitore. Nella parte inferiore di entrambi i pilastri, non visibili nella fotografia, campeggiano due figure che rappresentano il Nilo e sono rivolte verso l’ingresso del tempio.
Nel passaggio del pilone, da una parte,  Amon dà tre ankh con le sue dita sulla faccia del re e sotto figure del Nilo. Di fronte abbiamo la stessa scena ma con la figura della regina Amanitore.
La facciata del secondo ingresso ha scene e scritte finite malamente. L’architrave porta disegni simili a quelli del primo pilone ma con le figure di Amon invertite.
La facciata del III pilone ha scritte e disegni finiti in maniera migliore, ma purtroppo sono molto danneggiati.
Vediamo adesso, dall'architrave del primo pilone, un particolare delle titolature di Natakamani, di Amanitore e del loro figlio Arakakhatani (il nome è diverso solo per la terminazione onorifica da quello del tempio di Apedemak Arikkhror).
Come risulta dalle immagini, accanto al nome scritto in meroitico troviamo, inciso in geroglifico, un prenome tipicamente egiziano anche se leggermente corrotto rispetto agli schemi classici.

Particolare dell'architrave del I pilone (foto 3)


Così Natakamani, Signore dei diademi (scritto non correttamente), ha come prenome ‘Il dio benefico Kheperkara’. Il prenome è lo stesso di Sesostri I (XII dinastia) e di Nectanebo I della trentesima dinastia. Il titolo di ‘dio benefico’ rimpiazza il titolo tradizionale di ‘ dio perfetto’ e sembra derivare dai titoli Tolemaici (Tolomeo III Evergete).
 

Il dio benefico Kheperkara Figlio di Ra, Signore dei diademi Natakamani


La regina viene definita ‘La grande, Signora delle due terre Amanitore’ e Figlia di Rat (?) Merikara. Anche qui epiteti e prenome sono scritti in geroglifico, mentre il nome è inciso in meroitico.

Figlia di Rat Merikara La grande, Signora delle due Terre Amanitore


Il principe ereditario (foto 4) viene anche lui definito come ' Dio benefico Ankhkara’ 'Signore delle due terre Arakakhatani'.
 

Dio benefico Ankhkara

Signore delle due terre Arakakhatani


Il principe ereditario (Foto 4)


Come si vede quindi l’antico Egitto, anche se corrotto nella lingua, torna nelle titolature accanto al meroitico.
 

NOTE:

  1. Per ulteriori informazioni si veda F.L. Griffith 'Meroitic Inscriptions'

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